La malattia

Che cosa è la Sindrome da Deficit di Glut1

La sindrome da deficit del trasportatore di glucosio di tipo 1 (Deficit di glut1, G1D, Glut1D,
Malattia di De Vivo o Glut1DS) è una malattia genetica che interessa il metabolismo cerebrale. Il Glut1 è la proteina responsabile del trasporto del glucosio attraverso la barriera emato-encefalica e agisce in modo indipendente come regolatore di alcune funzioni cerebrali; è prodotta dal gene SLC2A1, situato sul cromosoma 1. Se questo gene è danneggiato da una mutazione, la proteina non viene prodotta in quantità sufficiente e il trasporto del glucosio nel cervello è compromesso.
Poiché il glucosio è la fonte primaria di carburante per il cervello ed è importante per il metabolismo cerebrale e la funzione neurale, nei pazienti con deficit di Glut1 il cervello non riceve le componenti metaboliche fondamentali necessarie per la sua normale crescita e il suo funzionamento.

Per semplificare, un cervello con Glut1DS è sempre affamato e non può svolgere adeguatamente le sue normali funzioni: la capacità di pensare, imparare, controllare i movimenti del corpo e comunicare. Questi disturbi rappresentano i sintomi più evidenti del deficit di Glut1.

“La sindrome da carenza di trasportatore del glucosio di tipo 1 è un disturbo neurologico geneticamente determinato, trattabile, causato da insufficiente trasporto di glucosio nel cervello. È causato da una mutazione nel gene SCL2A1, che è finora l’unica nota per essere associata a questa condizione.
La sindrome da carenza di GLUT1 è una malattia rara, si parla di circa 1 paziente ogni 80.000 nati vivi (ndr – aggiornamento a giugno 2023). Tuttavia, le continue nuove segnalazioni di cosiddetti casi atipici e la dimostrazione nella popolazione di epilessie “idiopatiche” di una percentuale superiore all’1% della mutazione convalidata in SLC2A1, suggeriscono che l’incidenza della sindrome da carenza di GLUT1 potrebbe essere più elevata ma che sia ancora un malattia sotto diagnosticata perché poco conosciuta (ndr – fino ad arrivare a una prevalenza di 1:25.000).
La sindrome da carenza di trasportatore del glucosio di tipo 1 consiste in un ampio spettro clinico che di solito presenta disabilità cognitiva, epilessia, discinesia parossistica indotta dall’esercizio fisico, microcefalia acquisita, anemia emolitica, disturbi dell’andatura e disprassia in diverse combinazioni. Tuttavia, ci sono altre manifestazioni cliniche che consideriamo ugualmente peculiari ma che finora sono state descritte in modo insufficiente e che non vengono interpretate come riferibili alla sindrome del trasportatore del glucosio.

Esiste una terapia specifica per la sindrome che è rappresentata dalla dieta chetogenica ma tale terapia non è di facile esecuzione pratica e comporta un importante sforzo sia per i piccoli pazienti che per le loro famiglie.

Sono in corso studi in varie parti del mondo relativi ad una possibile terapia genica della malattia”.

Prof. Pierangelo Veggiotti – Professore ordinario di Neuropsichiatria Infantile (Dipartimento di Scienze biomediche e cliniche L. Sacco – Università di Milano) e Direttore unità operativa complessa di Neurologia Pediatrica Ospedale V. Buzzi

“La Sindrome da Deficit del Trasportatore di Glucosio tipo 1 (GLUT1DS), o Malattia di De Vivo, è una patologia rara, causata da mutazione del gene SLC2A1 che compromette il regolare trasporto del glucosio attraverso la barriera emato-encefalica dal sangue al cervello.

Le manifestazioni più caratteristiche della sindrome sono epilessia – spesso farmacoresistente-, disabilità intellettiva e disturbo del movimento. Sono però presenti anche sintomi altamente specifici che se riconosciuti rapidamente possono accelerare la diagnosi, come i disturbi della motilità oculare (crisi oculogire con esordio caratteristico nei primi mesi di vita), la disartria, la discinesia parossistica indotta dall’esercizio e la facile affaticabilità con peggioramento della sintomatologia neurologica come l’atassia durante il digiuno, lo stress fisico ed emotivo.

La diagnosi è sicuramente clinica con riconoscimento della sintomatologia caratteristica, poi viene confermata con l’analisi liquorale da puntura lombare e con l’indagine genetica.

La dieta chetogenica è al momento l’unica terapia possibile per i pazienti affetti da deficit di GLUT1. I corpi chetonici forniscono l’energia alternativa necessaria all’encefalo in difetto di zuccheri e permette un trattamento efficace delle crisi epilettiche, del disturbo del movimento, mentre per il deficit cognitivo i risultati sono variabili.  I pazienti con GLUT1 devono iniziare la dieta il prima possibile, per prevenire e/o trattare le manifestazioni patologiche della sindrome e poi continuarla per tutta la vita.

Nuove frontiere il per trattamento del GLUT1DS sono l’utilizzo di farmaci “alternativi” alla dieta chetogenica, che hanno lo stesso meccanismo di induzione di chetosi senza però le restrizioni alimentari della dieta, come la trieptanoina, gli esteri chetonici e i trigliceridi a catena media (acido decanoico). Sono inoltre in corso gli studi su modelli animali per la terapia genica.”

Professoressa De Giorgis Valentina – Responsabile f.f del Centro di Epilettologia dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Unità Operativa di Neurologia dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Fondazione Mondino, Istituto Neurologico Nazionale a Carattere Scientifico, IRCCS. Pavia.